Un recente articolo sul blog The IPKat offre lo spunto per parlare del right of publicity.
Tutto comincia nel 1890 a Boston, quando un avvocato di 34 anni, che sarebbe diventato famoso come uno dei più importanti giuristi americani, Louis D. Brandeis, scrive insieme a ad un amico avvocato un articolo che avrebbe cambiato il diritto, e anche i nostri comportamenti quotidiani: The Right to Privacy.
Oggi il Right of Publicity può essere definito come il diritto controllare l’uso commerciale della propria identità. Negli States non è materia federale, per cui è soggetto a discipline diverse nei diversi Stati. L’articolo che ho letto ci spiega che 19 Stati lo regolano con leggi statali, 28 con il common law, e che l’Indiana è il posto dove la tutela è maggiore, per cui consiglia, se possibile, di morire in Indiana. Il consiglio, però, ci interessa solo se siamo famosi, perché il right of publicity spetta a tutti, ma pare che agli avvocati americani interessi solo quello delle persone celebri.
Sempre in Indiana, ad esempio, il right of publicity protegge “name, voice, signature, photograph, image, likeness, distinctive appearance, gestures or mannerisms” per la vita della persona e per i cento anni successivi alla morte da usi commerciali. Questi sono l’uso relativo a prodotti, servizi o attività commerciali, l’uso a scopo pubblicitario o promozionale e, infine, a scopo di raccogliere fondi.
Uno degli aspetti più interessanti è l’interferenza tra IP e right of publicity. Il copyright, che protegge gli “original works of authorship fixed in any tangible medium of expression,” [17 U.S.C. Sect. 102 (a)] è meno suscettibile di interferenze (anche se una foto, ad esempio, potrebbe essere protetta dal copyright del fotografo e dal right of publicity del personaggio). Il trademark è più vicino: si pensi alle regole che vietano gli usi decettivi del marchio, da un lato, e alla possibilità che il nome o l’immagine di un personaggio famoso possa essere usato in modo da ingannare il pubblico, dall’altro lato.
La Corte Suprema federale ha deciso un solo caso sul right of publicity: Zacchini v. Scripps-Howard Broadcasting Co., 433 U.S. 562. Se volete leggerlo, racconta la storia dell’uomo cannone…